mercoledì 30 luglio 2014

Capisco Che Non Freghi Una Mazza a Nessuno, ma Fanno 1.300 Morti Palestinesi in 22 Giorni...


Ok, lo capisco, sono mussulmani, oscurantisti. Hanno il Corano, alcuni praticano la Sharia e tutto il resto, Hamas, che prima di questa carneficina, non rappresentava la Palastina (ora si)  lancia i suoi razzi, ci sono i malvagi tunnel, e non dimentichiamoci dei 3 adolescenti rapiti e trucidati.
Intanto di palestinesi Israele ne ha ammazzati 1.300 in 22 giorni solo a questo giro. (link)
Lo so che questo genere di notizia disturba, ma non accetto commenti idioti come ad esempio: perchè parli dei Palestinesi e non delle altre  guerre o tragedie mondiali.
Si tratta essenzialmente, di tempo ed estensione del conflitto.
Tempo e estensione del conflitto:  1.300 morti su una popolazione toale di 1,5 milioni di abitanti fa lo 0,85% della popolazione ammazzata in 22 gironi. Provate ad applicare gli stessi parametri ad un qualsiasi conflitto in atto OGGI nel mondo e vi renderete conto dell’immensità di questo Olocausto.
Quindi per favore, un minimo di senso della misura. Quella in atto è una strage, deliberata, un genocidio, un olocusto.
E questo olocausto sta avvenedo con la complicità dell’occidente.
Quindi vi piaccia o no continuerò a tenere il conto. Se vi disturba, beh,  mica ve lo scrive il medico di leggere RC.
Fonte:
 

martedì 29 luglio 2014

Dove conviene investire con i tassi bassi?

Dopo che la Bce ha ancora abbassato i tassi di interesse, diminuiscono i tassi di rendimento di conti deposito e Btp e sembra che sia più conveniente investire in azioni e obbligazioni. Stando a quanto riportato da Corriere Economia, secondo i fund manager e i grandi investitori internazionali dopo la mossa di rilancio monetario fatta dalla Bce e con i nuovi scenari di crescita degli utili aziendali nell’Eurozona, sarebbe più opportuno optare per i comparti difensivi come le telecom, i farmaceutici, e il largo consumo, o le costruzioni (Lafarge, Heidelberg Cement), l’hi tech (STMicroelectronics, Eurotech), i media (WPP, Mediaset) gli industriali (Cnh, Gefran) i finanziari (Unicredit).

Sono  titoli e settori che da gennaio hanno dato buone performance e che, come spiega Nicola Esposito, responsabile investimenti di Tendercapital, società indipendente di gestione del risparmio con sedi a Milano, Lugano e Londra, “potrebbero subire una ulteriore spinta, con rialzi medi compresi fra il 10 e il 15%, se la ripresa si consoliderà e se il cambio dollaro/ euro comincerà a scendere verso un target di 1,28 (oggi 1,35) che è il possibile obiettivo di fine anno dopo la manovra della Bce”.
Mislav Matejka, strategist azionario di JP Morgan Cazenove, dice : “Rispetto alle stime di inizio anno, che ipotizzavano per l’Eurozona una crescita degli utili del 13% nel 2014, le continue revisioni al ribasso hanno portato le attese di aumento dei profitti all’attuale livello del 7%. Mala media non dice tutto. Infatti mentre le stime sui profitti a 12 mesi dei comparti difensivi sono scesi in media del 3,6%, nei settori ciclici sono salite del 2,1% rispetto ai valori ipotizzati a inizio anno”.
(Fonte: investisicuro.com)

lunedì 28 luglio 2014

Ok e’ Ora Di Ricominciare a Parlare di Politica Italiana (Perché a Ottobre è Probabile che si Vada a Votare)

Pare che la ridicola politica italiana stia tornando un argomento rilevante anche perché ci sono alcuni segnali che indicherebbero le dimissioni del Governo Renzi, e nuove elezioni a brevissimo giro.
Il punto è questo: Matteo Renzi si è reso conto che è un “pelino” diverso governare da Presidente del Consiglio senza una vera maggiornaza, rispetto al  govenare da “Sindaco” con una maggioranza assoluta e la regola per cui alla decadenza del sindaco si può solo votare.
Io continuo a pensare che Matteo Renzi sia un politico ambizioso e non sia in mala fede. Ovvero che non sia almeno consapevolmente il terminale di interessi esterni o di complotti oppure di fantomatiche organizzazioni sovranazionali (tipo Bildenberg, per dire).
Solo che è incompetente e maldestro. Accecato da una gigantesca arroganza e circondato da uno staff di basso livello politico, alla prova dei fatti, sta inanellando una imbarazzante serie di fallimenti sia per quello che riguarda la politica estera (europea) che per quello che riguarda le cosi’ dette “riforme”.
E l’arroganza del personaggio non può che non avergli fatto maturare la convinzione che sia tutta colpa di un Parlamento non allineato. Sia mai che ci siano SUE responsabilità nella gestione dozzinale dei rapporti politici  con le forze politiche che attualmente sono legittimamente elette. Da questo punto di vista la superiorità del suo predecessore Enrico Letta è evidente.
Poi c’è una seconda questione ancora più importante ovvero: finstra di opportunità
Matteo Renzi, avendo in mano i numeri veri della situazione dei conti pubblici sa benissimo che il giuoco mediatico sta per finire, si può fare il fenomeno per un po’ ma non per sempre specie se a fine anno verrà richiesto all’Italia di fare una manovra economica devastante in parte peraltro dovuta per pagare i famosi 80 euro.
Sta per arrivare il conto e dunque è saggio tentare il colpaccio prima, e per come sono messe le cose fra i vari partiti avversari di Renzi esiste la concreta possibilità che a Matteo Renzi riesca il colpaccio di ottenere la Maggioranza Assoluta di Deputati e Senatori con l’attuale legge elettorale, ovvero un proporzionale puro su cui residua una blandissima soglia di sbarramento.
Se andiamo a vedere la realtà politica in caso di elezioni col proporzionale, abbiamo:
  • Il Partito Democratico Moloch e forte di una gigantesca propaganda pro-Renzi che incarna insieme Berlusconismo (ovvero Renzi) e gli interessi corporativi della sinistra
  • Il Movimento 5 Stelle che si candida ad essere il secondo partito ma che è in una reale fase calante e di difficoltà e che non potrebbe capitalizzare la nuova ondata di malcontento dovuta ai provvedimenti che il Governo DOVRA’ prendere a fine anno, ne potrà capitalizzare l’esplosione della Bolla Renziana sul piano dei fatti e non degli annunci del “fenomeno” Renzi
  • il Cosi’ detto Centro-Destra devastato dalla grottesca parabola di Silvio Berlusconi, litigi interni, tentativi di Opa da parte della Lega (no dai, sul serio?) e comunque bloccato dagli interessi della Fam. Berlusconi che dopotutto rimane quella che paga i debiti di Forza Italia e blocca ogni serio tentativo di formazione di una alternativa seria al Partito Democratico
Dunque di qui a Ottobre-Novembre esiste realmente una finestra di opportunità per Matteo Renzi per fare liste elettorali composte da uomini fedeli e prendersi il potere, peraltro con percentuali vicine al 50% dei voti validi.
E attenzione: poi quella finestra si chiuderà per sempre. E Renzi lo sa benissimo.
Quindi, se come probabile il Parlamento e il Senato faranno l’ennesimo fiasco sulle “riforme istituzionali” Matteo Renzi si dimetterà e visto e considerato che alla Camera non esiste nessuna maggioranza possibile senza il PD, le elezioni saranno l’unico sbocco possibile.
Peraltro lasciatemi dire che alla luce di questo ragionamento i famosi 90 miliardi di euro accumulati dal tesoro come cuscinetto in caso di una qualche crisi (nazionale o internazionale) assumono significato politico. Una necessaria (e avveduta) preparazione.
p.s. mancano un paio di settimane alla chiusura dei lavori parlamentari prima della pausa estiva, dunque si può verificare a brevissimo se questo scenario si verificherà.
p.p.s. al limite si potrebbe andare a votare a Marzo, e Renzi potrebbe dare la colpa a Padoan e al “cattivo parlamento” del massacro che ci aspetta con la manovra di fine anno, ma potrebbe persino non essere creduto.
(Fonte: FunnyKing - rischiocalcolato.it)

domenica 27 luglio 2014

NO COMMENT (la "spettacolare" performance della nostra economia)


Quanto abbiamo parlato in questi giorni del rallentamento dell’economia italiana e del PIL Italia, della crescita che non esiste e di tutti i soliti enormi e chissà come risolvibili problemi del Bel Paese.
Qui sotto vedrete la carrellata dei migliori post della settimana. Vi chiedo di condividerli coi vostri contatti proprio per creare quella consapevolezza che l’Italiano medio ancora non ha e che spesso viene drogata dai media…
La realtà dei fatti io ve la voglio fornire con due grafici.
Vi avverto. Sono due grafici MOLTO forti. Non necessitano di commenti ma meritano un minuto di meditazione. Viene da chiedersi COME è stato possibile trovarsi un ITALIA, in queste condizioni e soprattutto… dove andremo a finire?


Grafico nr 1: PIL reale G7 con PIL Italia


Grafico nr 2: PIL pro capite


Desolante, disarmante, triste…
Tutti, dai cosiddetti “picchi”, si sono sollevati. Noi siamo addirittura SOTTO a quei livelli. Siamo più deboli, più indebitati, più poveri.
Le colpe? Sono tante. Non voglio ripetermi e lascio spazio ai vostri sfoghi direttamente nei commenti, se lo vorrete.
(Fonte): intermarketandmore.finanza.com

sabato 26 luglio 2014

"DEVO PAGARE L'IMU ANCHE PER IMPORTI MOLTO BASSI?"

Se l'importo dell'IMU è irrisorio non è necessario pagarlo. La soglia minima per il versamento è infatti fissata a 12 euro salvo diversa decisione da parte del Comune e indicazioni per la compilazione dei modelli di pagamento.



Importo minimo da versare



Esiste una soglia fissata a livello nazionale da una legge del 2002 pari a 12 euro. Al di sotto di questa soglia non bisogna versare nulla. Tuttavia l'IMU ha la particolarità di essere un tributo municipale, quindi i Comuni hanno la possibilità di modificare questa cifra e chiedere anche somme più basse (o anche più elevate). L’importo minimo si riferisce al singolo contribuente (dunque vale per ciascuno dei comproprietari) in relazione al complesso degli immobili situati nello stesso Comune per i quali si versa l’imposta: possono essere unità immobiliari diverse anche un garage o una cantina se accatastati separatamente.

Il caso di imposta al di sotto dei 12 euro non è così raro per abitazioni di basso valore catastale o anche di valore più alto in caso di proprietà solo per pochi mesi dell’anno. Anche su questo punto i chiarimenti del Mef dovranno essere recepiti a livello locale.
(Fonte: 
marketmovers.it)

venerdì 25 luglio 2014

FORZA ARGENTINA...

Per una buona volta sto con i "Cialtroni" Argentini.
Perchè forse stanno per aprire il vaso di Pandora, ovvero alzare un simpatico dito medio, dichiarare bancarotta, e non pagare più un cavolo a nessuno.
E poi vediamo che succede.
Il flusso di notizie che provengono da blog (anche seri) e media mainstream è irrilevante, si sa che l’Argentina sta negoziando con i fondi avvoltoio, non si sa bene quale sia l’atteggiamento degli Usa e si sa di per certo che la Cina è pronta a correre in soccorso a Buenos Aires (non Aggratis) e comunque serpeggia il leggerissimo sospetto che se anche un paese decidesse di non pagare più un centesimo sul suo debito pubblico a nessuno, alla fine per evitare “tensioni” su mercati ultragonfi di bolle pronte ad esplodere, alla fine non succederà un bel nulla.
Quindi parrebbe (super condizionale, e chi lo sa cosa hanno veramente in testa?) che l’Argentina stia pensando di usare la sentenza Usa che la obbliga a pagare ai fondi avvoltoio per…. non avere debiti più con nessuno.
Beh.. Forza Argentina tutta la vita.
Sai che ridere se alla fine, si scopre che il debito lo puoi anche non pagare, e il giorno dopo tutto continua come prima?
Che tempi interessanti.
p.s. la dead line sarebbe il 30 Luglio, ma si sa in questi casi un rinvio non si nega a nessuno. Io ho una dispensa piena di popcorn.
p.p.s. mi viene da ridere, sapete cosa succederebbe in Italia se l’Argentina non pagasse e la passasse liscia? Dopo la moda, “torniamo alla lira” partirebbe in tempo zero la moda “non paghiamo il debito (e torniamo alla lira)”. Troppo divertente.
p.p.p.s. forse ve lo siete dimenticato, ma personalmente una sana dichiarazione di insolvenza per l’Italia, mi vedrebbe più che favorevole e da quel punto in poi sì che si aprirebbe una finestra di opportunità per trasformare alla radice l’espressione geografica comunemente conosciuta come "Italia"...
(Fonte: rischiocalcolato.it)

Il premier ucraino si è dimesso, vediamo cosa succede in Ucraina.

La notizia non è che “carota Kid” , il premier ucraino Yatsenyuk si sia dimesso, la notizia vera sono le leggi che sta cercando di far passare e che sono state cassate dalla Rada, il parlamento Ucraino.
Come saprete, ma forse qualcuno non lo sa, c’è una guerra in corso in est ucraina, una vera e propria guerra, e anche la Croce Rossa, proprio questa mattina , ha deciso di dichiarare che c’è una “guerra civile” in corso.
Oddio, forse se ne dovrà accorgere anche il Fondo Monetario Internazionale, che deve versare i soldi del prestito.
Senza quei soldi le esangui casse di Kiev sono in crisi, mancano i soldi per pagare gli stipendi dei soldati a partire dal 1 Agosto.
Yatseniuk , politico navigato , se ne era accorto della situazione e aveva pensato ad un provvedimento urgente, per ripianare le casse dello stato:
  • Aumento generalizzato delle tasse, accise, Iva e aliquote, in un botto.
  • Vacanze forzate degli statali, esclusi giudici e militari, ogni anno gli statali dovrebbero andare per due mesi in “vacanza”, ovviamentenon retribuita, a rotazione. Non è mica detto che sarebbe una cattiva idea anche in Italia, questa. Forti, fortissime proteste dai partiti di destra, che infatti si sono dimessi dal parlamento, dato che il pensiero di milioni di statali a spasso brontolanti li ha spaventati.
  • Pagamento dell’Iva anche per le esportazioni dei cereali, ovvero riduzione graduale delle esenzioni, fino a sparire del tutto. Anche questa proposta di far pagare l’Iva anche a chi esporta ha fatto sollevare molte proteste da parte degli agricoltori.
Ci sarebbe anche molto da dire su come sono stati spesi finora i soldi arrivati da FMI e UE come stimolo dell’economia.
Prima di tutto li hanno spesi per “l’esercito”, almeno 130 milioni di dollari al mese, anche se i soldati faticano a veder arrivare il rancio, e campano grazie a donazioni e aiuti dei parenti.
Intanto, mentre i  soldati si arrangiano , obici semoventi cechi, carri armati romeni ed elicotteri polacchi arrivano zitti zitti nel porto di Odessa, nuovi fiammanti, per “combattere la guerra contro il terrorismo”.
Inutile dire che a parte aumenti delle tariffe e delle tasse, il popolo ucraino non ha ancora visto un dollaro, dei miliardi promessi per “risanare l’economia”.
Infatti invece di risanarsi l’economia ucraina cade in una profonda spirale di depressione.
La propaganda ucraina reagisce in modo Orwelliano, dando proclami e notizie sempre più inverosimili, anche la storia dei due aerei SU-25 abbattuti questa mattina pare non sia altro che una balla, nel disperato tentativo di “dimostrare” che i separatisti dispongono di missili in grado di abbattere aerei ad alta quota.
Eccovene un paio:
“i terroristi” hanno messo delle bombe nelle scuole del Dombass” Secondo i media ucraini delle mine sarebbero state nascoste nei muri delle scuole, per fare una strage di bambini dell’est, alla riapertura delle stesse, il primo settembre.
“i terroristi bombardano le zone residenziali di Donetsk e di Lugansk per dare la colpa all’esercito ucraino” secondo Kiev sarebbero i separatisti che si bombardano da soli per creare rabbia tra la popolazione.
Ci sarebbe da ridere, se non fosse tutto molto triste.
Le prossime settimane saranno molto interessanti, meglio di Game Of  Thrones.

(Fonte: liberticida.blogspot.it)

giovedì 24 luglio 2014

Allarme spread cessato? No, solo l’Italia rischia l’attacco finale dei mercati

Nonostante uno spread basso e rendimenti dei titoli di stato italiani ai minimi storici, l'Italia rischia un nuovo grave attacco finanziario e sarebbe l'unico paese dell'Eurozona a subirlo nuovamente. I motivi sono diversi.

La calma regna sovrana sui mercati finanziari. Lospread BTp-Bund per la scadenza decennale viaggia sotto i 160 punti base, come nei mesi precedenti la crisi finanziaria di metà 2011, mentre i rendimenti a 10 anni si attestano in zona 2,70%, ossia ai minimi storici. Avessimo saputo solamente un anno fa a che punto saremmo arrivati sul fronte titoli di stato, avremmo fatto festa. Invece, c’è da stare in allerta, perché potremmo vivere quella classica fase di quiete prima della tempesta che tutti temono.
Una domanda sorge spontanea: perché i rendimenti dei bond pubblici italiani (e non solo) sono crollati a livelli record? Perché la BCE ha varato misure di stimolo monetarie, azzerando i tassi e inondando i mercati di liquidità. A ciò si aggiunge un’aspettativa di inflazione per l’Italia molto bassa o inferiore al passato nei prossimi anni.

Italia sempre più debole

I fondamentali della nostra economia non solamente non giustificano il crollo dello spread, ma a dirla tutta, oggi sono peggiori di quelli lasciati 3 anni fa in eredità dal governo Berlusconi, quello costretto alle dimissioni per l’attacco dei mercati finanziari. Il debito è salito al 135,6% del pil, il deficit balla sempre sul limite del 3%, nonostante la raffica di tasse e tagli di questi anni, la disoccupazione è esplosa a livelli prossimi al 13%, il pil è arretrato del 2,5% nel 2012 e dell’1,9% nel 2013, ma non sembra in ripresa, semmai stagnante.
Nel frattempo, non sono state varate riforme, al di fuori di quella sulle pensioni. Il mercato del lavoro, quello dei servizi non sono stati liberalizzati, non sono state avviate le privatizzazioni, la burocrazia elefantiaca non è stata minimamente intaccata e la spesa pubblica improduttiva non è stata tagliata nemmeno di striscio, rendendo impossibile l’abbassamento dell’esosa pressione fiscale e, in particolare, il taglio dell’arcinoto cuneo fiscale.

Scontro Draghi-Renzi

Sarà un caso che un paio di settimane fa, il governatore della BCE, Mario Draghi, abbia invocato una sorta di governance europea per le riforme, consapevole che i governi nazionali non avrebbero la forza politica per varare le misure necessarie a superare la crisi?
E che il riferimento fosse all’Italia, oltre che alla Francia, lo hanno capito tutti. Quello che in pochi ancora comprendono, però, è che quelle parole non sono state pronunciate da Draghi per puro capriccio, ma perché in cuor suo, egli nutre il timore che presto arriverà una nuova devastantetempesta finanziaria. Non contro l’euro, non contro tutti i Piigs, bensì solo contro l’Italia. Perché? Il nostro paese è l’unico a non essere tornato a crescere, nonostante quattro anni di recessione negli ultimi sei. Persino la moribonda Grecia sta vedendo da lontano quella pallida luce in fondo al tunnel che noi non intravediamo. La Spagna è tornata a crescere, l’Irlanda pure, il Portogallo sta molto meglio di prima.

E tutti questi paesi hanno fatto le riforme, per quanto incompiute e dolorose, l’Italia quasi nessuna. E in ciò siamo accomunati con la Francia, la quale, però, gode di fondamentali migliori e di attese più positive, per quanto stia vivendo una fase delicatissima.
Non gioca in favore dell’immagine dell’Italia il battersi in Europa per rendere più flessibile il Patto di stabilità, come sta facendo in queste settimane il premier Matteo Renzi, nella qualità di presidente di turno della UE. Patto più flessibile significa più debiti e a questo punto, i mercati potrebbero iniziarsi a (ri-) chiedere se valga ancora la pena finanziare un paese che ha già un debito di 2.166 miliardi di euro e la cui economia non cresce. Il resto lo faranno le fibrillazioni politiche sul capitolo delle riforme istituzionali e la crisi di leadership a cui presto potrebbe andare incontro il nostro premier, quando la realtà dei conti pubblici lo metterà davanti alla necessità di una manovra correttiva pesante già a settembre.
Messo in sicurezza l’euro, a partire dal famoso “whatever it takes” di Draghi del 26 luglio 2012, resta da salvare l’Italia. I rimbrotti della BCE contro Renzi sono il segnale che gli investitori potrebbero avere iniziato a spazientirsi contro le chiacchiere romane. E ognuno potrà immaginare cosa accadrebbe alla nostra economia se ripartisse la crisi dello spread.
(Fonte: investireoggi.it)

mercoledì 23 luglio 2014

La prossima crisi economica è attesa per la primavera 2015


Le previsioni dell’istituto di ricerca e management International Institute for Management Development di Losanna annunciano il rischio di un nuovo crollo dei mercati e del conseguente collasso dell’economia nella primavera del 2015.
Anche gli americani e gli inglesi che da anni pretendono di avere all’attivo performance notevoli iniziano ad ammettere che la buona salute delle loro economie è molto artificiale. La loro industria finanziaria è devastata da deliranti operazioni monetarie.
Le cifre dell’impiego usate nelle comunicazioni ufficiali sono falsificate per il buon uso della stampa politica. In Gran Bretagna l’ufficio del primo ministro si dice felice di aver riportato il tasso di disoccupazione al 6.6% ma si astiene dal dare lezioni di condotta agli europei, nella misura in cui nel paese vi sono oltre 8 milioni di persone che lavorano meno di 16 ore la settimana. E’ un terzo della popolazione attiva che lavora meno di quanto vorrebbe.
Quando la Casa Bianca si dice felice che in giugno la disoccupazione nel paese è scesa a 6,3%, il US Bureau of Labor Statistiques precisa che il tasso dei disoccupati dell’indicatore U6 (che integra chi lavora meno di 6 la settimana) è del 12.4%. I democratici e i repubblicani sanno quali sono le cifre reali e sanno bene che il movimento del Tea-party recluta fra queste persone.
Una convenzione di banchieri ha convenuto che la politica dei QE, la stampa continua di moneta, condotta dalla Federal Reserve non ha creato ricchezza reale, ha creato un aumento spettacolare dei prezzi delle azioni nei paesi occidentali e dell’immobiliare in paesi come Brasile, Canada e Gran Bretagna.

E’ come se tutti fossero stati drogati per sopportare lo choc dei subprimes nel 2008 e la dipendenza è tale che sei dopo non si possono più interrompere le trasfusioni di morfina. Il rischio di overdose è evidente, per non parlare degli choc politici e sociali negli Stati Uniti all’avvicinarsi delle elezioni presidenziali.
Le crisi legate a un disequilibrio della stampa di moneta rispetto alla creazione di ricchezza hanno cicli di 7 anni. Nel 1994 vi era stata la bolla delle obbligazioni. Nel 2001 la bolla di internet. Nel 2008 la crisi dei subprimes americani. Nel 2015 potremmo assistere allo scoppio di una nuova bolla finanziaria, le cui ripercussioni economiche sarebbero ben più gravi, dato che la struttura è già seriamente traballante.

(Fonte : Atlantico.fr)

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